17 Apr Ordini professionali, batosta in arrivo dall’UE?
Non sembrano aver ricevuto l’attenzione che meritano le conclusioni dell’Avvocato Generale presso la Corte di Giustizia dell’UE Nils Wahl, nell’ambito di una controversia carica di implicazioni per il nostro sistema degli ordini professionali. Si tratta della vicenda che vede opposti due italiani i quali, dopo essersi abilitati comeabogados in Spagna, hanno chiesto l’iscrizione all’ordine degli avvocati di Macerata in qualità di avvocati di un altro paese UE stabiliti in Italia.
1. Il consiglio dell’ordine di Macerata, investito della questione, ha omesso di prendere una decisione nei termini previsti, così i due si sono rivolti al Consiglio Nazionale Forense, che ha sospeso il procedimento e chiesto in via pregiudiziale alla Corte di Giustizia europea di valutare se questa scorciatoia, la cosiddetta “via spagnola” alla professione, seguita dai due ricorrenti, sia da considerarsi legittima, oppure se costituisca un caso di abuso del diritto da sanzionare, negando loro l’iscrizione.
La Corte di Giustizia deve ancora pronunciarsi, ma il 10 aprile scorso sono state pubblicate le conclusioni dell’Avvocato Generale su questo caso (C-58 e 59/13). Si tratta di un parere altamente qualificato che il più delle volte viene seguito dalla Corte: è dunque opportuno valutare sin d’ora la portata di una pronuncia che interpreti il diritto europeo in senso favorevole ai due abogados, qual è quella che si avrà se la Corte deciderà di seguire l’opinione dell’Avvocato Generale.
2. Da diversi anni ormai è fiorito in Italia il mercato delle abilitazioni professionali all’estero, in particolare in Spagna e in Romania. Nuove realtà imprenditoriali e colossi della formazione universitaria hanno iniziato a offrire a quanti non riescono a superare l’esame da avvocato nel nostro paese una serie di servizi per ottenere l’abilitazione in un altro paese: si va da un’assistenza di base con il disbrigo delle pratiche burocratiche, al pacchetto completo di corso di preparazione, e magari anche biglietto aereo per i trasferimenti nella località prescelta per sostenere le prove o espletare le altre pratiche.
In parallelo, anche i costi variano da poche centinaia di euro ad alcune decine di migliaia: con il forte sospetto in questi ultimi casi, nei quali la prova viene svolta via internet presso la sede dell’ente di formazione, che di fatto ci si possa comprare il titolo a suon di euro, pagando una cifra significativa ma poi svolgendo l’esame nella propria città, alla presenza amichevole – tutto lascia intendere – dei formatori italiani.
Questo meccanismo messo in piedi da vari consulenti sfrutta in maniera astuta il diritto europeo, e in particolare la libertà di stabilimento che i Trattati garantiscono a chiunque eserciti un’attività economica all’interno dell’Unione Europea, e che è stata poi attuata da diversi atti legislativi europei: in particolare, per quanto riguarda gli avvocati, la direttiva 98/5/CE ha imposto agli Stati membri di riconoscere i titoli abilitativi alla professione rilasciati da altri Stati membri, consentendo così agli avvocati di altri paesi UE di esercitare la professione sui loro territori, in qualità di avvocati stabiliti.
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