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Giovani: attenti alle casse di previdenza professionali!

I giovani, prima di intraprendere la via del foro lastricata dall’obbligatoria iscrizione alla Cassa di Previdenza, farebbero bene a riflettere visto che, dopo aver pagato i contributi, molto difficilmente riusciranno a percepire la pensione. Infatti, gli iscritti sono sempre meno, i redditi diminuiscono e le Casse, benché siano private, sono assoggettate alla spending review e subiscono gli stessi tagli degli enti pubblici. Questa è la conseguenza di voler restare sotto il tallone dell’esecutivo, invece di difendere la natura privatistica degli ordini svincolandoli dalla politica.

Ma ad aggravare la condizione delle Casse si è aggiunta anche una recente sentenza (n. 17892/2014) della Cassazione che, salvando i diritti acquisiti, rischia di far scoppiare una guerra generazionale. Infatti, la Corte, accogliendo il ricorso di un ragioniere che aveva chiesto di andare in pensione con il vecchio sistema retributivo, costringe la Cassa di previdenza dei ragionieri ad adeguare il calcolo alle prescrizioni della Corte sborsando ogni anno oltre 17 milioni di euro. Senza considerare che, se tutti i ragionieri pensionati facessero ricorso la Cassa dovrebbe corrispondere circa 200 milioni di euro di arretrati. I vecchi non si sono accorti che il sistema non poteva reggere ed i giovani pagano le conseguenze anche perché questa decisione impedisce di correggere il meccanismo.

Il principio introdotto dalla sentenza, secondo la quale gli interventi retroattivi non possono essere giustificati neppure da un interesse generale, potrebbe avere effetti anche sulle altre Casse di previdenza e le espone ad una montagna di ricorsi. Per non alterare l’equilibrio delle Casse la Corte avrebbe dovuto decidere in funzione dell’effetto: ma, evidentemente, se lo facesse travalicherebbe il suo ruolo.

Forse, nelle passate gestioni, sono mancate prudenza e lungimiranza o forse si è esagerato con le spese di rappresentanza.

E se per il futuro dei giovani le casse ripristinassero la Rupe Tarpea?

Riccardo Cappello

Riccardo Cappello
cappello@cappelloassociati.com